Paola Binetti, nel comunicato stampa del 19 aprile a difesa del Presidente della federazione dei medici, ha messo a fuoco il tema dei temi: la legge – che nel nostro sistema é ultimamente la volontà di chi ha il potere – è forse superiore alla persona?

Se la risposta é “NO” va sempre garantita l’obiezione di coscienza. Se é “SI”, si impedirà anche quest’ultimo spazio all’uomo che, sulle questioni ultime, non concordi con le scelte del legislatore.

Attenzione! Nella legge 219/17 sul fine vita ci fu una grande battaglia alla Camera (molti componenti dell’Osservatorio ne sono stati i protagonisti) proprio per assicurare almeno l’obiezione di coscienza, ma tutte le proposte vennero inesorabilmente bocciate da quella strana maggioranza PD-5 Stelle. Si riuscì, però – dopo mesi e mesi di lavori parlamentari – solo a far inserire un minuscolo passaggio all’art. 6, secondo periodo, per scrivere che il paziente non può pretendere dal medico “trattamenti sanitari contrari alla deontologia professionale”. Pur perdendo la battaglia, forse fummo, una volta tanto, “furbi come serpenti”, perché (non se ne accorsero in aula …) nella deontologia professionale dei medici c’è (ancora) l’impegno a difendere la vita e – si badi bene! – a “non compiere mai atti finalizzati alla morte”.

Ora devono averlo capito, vista la piega del dibattito …

Infatti, di fronte alla prospettiva di una prossima legge sull’eutanasia attiva (per quella passiva basta la 219/17 con buona pace di tutti quelli che hanno messo la testa sotto la sabbia fra i banchi di Montecitorio…), il Presidente degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha – giustamente, onestamente, trasparentemente  – ricordato la deontologia medica, che in questo scenario impedirebbe a molti di obbedire alla legge. Sottinteso: la legge mica può essere la misura per tutti della vita e della morte!

Convinzioni sacrosante? Persino ovvie? Tutt’altro. L’associazione Luca Coscioni è immediatamente insorta: la deontologia è inferiore alla legge. Quindi la persona, la sua coscienza, il suo “credo” sui temi ultimi debbono essere sottoposti al potere. Si è liberi solo se il potere lo consente. Nulla di nuovo, per il vero. La storia ha già conosciuto simili modelli politici autoritari verso l’uomo. Pagandone il caro prezzo.

Questa è esattamente di nuovo la partita in gioco. In Italia. In Europa. E già augurarsi una “buona Pasqua” in questi giorni significa far memoria di un Fatto e di una Promessa per ogni uomo, che ha vinto anche questa partita.

Una partita antropologica! Una partita “ultima”.

RIPORTIAMO PER QUESTO IL LUNGIMIRANTE COMUNICATO DI PAOLA BINETTI!

CON I PIU’ SINCERI AUGURI DI BUONA PASQUA!

“EUTANASIA. BINETTI: INVOCHIAMO DIRITTO A OBIEZIONE DI COSCIENZA (DIRE) Roma, 19 apr. - "Surreale il dibattito che l'Associazione Luca Coscioni ha sollevato in risposta alla presa di posizione coraggiosa e determinata con cui Filippo Anelli, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri, ha inviato e diffuso tra tutti i medici, ossia tra tutti gli iscritti alla Federazione di cui e' presidente. i vari Ordini. Anelli ha affermato che, se anche il Parlamento approvasse la legalizzazione dell'eutanasia, i medici dovrebbero rifiutarsi di praticarla, perche' contraddice ai principi e alle indicazioni del codice deontologico. Un codice che non puo' essere modificato ne' dalla Corte costituzionale ne' dallo stesso Parlamento. Motivo per cui tutti i medici invocano a gran voce il diritto all'obiezione di coscienza. Se ieri erano 100 i medici che avevano formalmente aderito alla proposta del Presidente, oggi questo numero e' cresciuto in modo esponenziale, nell'arco di poche ore. L'Associazione Luca Coscioni ritiene cosa grave che per Anelli il Codice deontologico sia superiore a una legge dello Stato e ribadisce che tutti i medici sono soggetti alla legge, come ogni altro cittadino. A sostegno della sua posizione la Associazione Coscioni chiama in causa la legge sull'aborto. Precisamente quella per cui e' pienamente in vigore il diritto all'obiezione di coscienza". Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che continua: "Il tema che Anelli mette in evidenza una volta di piu' e' strettamente legato al conflitto tra Diritto positivo, posto dallo Stato, e Diritto Naturale, scritto nella coscienza di ognuno di noi, come gia' dai tempi di Antigone l'uomo aveva scoperto. Fin troppo noto e' l'impatto devastante che esiste tra leggi giuste e leggi che tali non sono e non sono riconosciute dalla coscienza umana. Conosciamo tutti il dramma di leggi profondamente ingiuste, approvate in un determinato momento con il consenso dello stato e rigettate subito dopo. Conosciamo perfettamente il male che ne e' conseguito, per tanta tantissima gente! La promulgazione di una legge da parte dello stato non e' sufficiente a rendere giusto se cio' che propone giusto non e', neanche se il giudizio dovesse venire dalla stessa Corte costituzionale. E se l'eutanasia puo' apparire una soluzione drammatica ad un problema per il quale non si vede alternativa, questo non basta a farne una norma perche' non puo' rendere buona e giusta una cosa che non lo e' affatto". "E se mai la Corte costituzionale dovesse imporre questo criterio al Parlamento e questo a sua volta dovesse votarlo, invocheremmo fin dal primo momento il diritto all'obiezione di coscienza per medici e per tutto il personale sanitario. Uno ad uno, fino a rendere materialmente inapplicabile la legge, per mancanza di persone disposte a togliere la vita ad una persona, mentre investiremmo tutte le nostre energie, scientifiche e morali, umane e sociali, per sviluppare le cure palliative nel migliore dei modi possibili", conclude BINETTI. (Com/Pol/ Dire) 20:35 19-04-19 NNNN

                                                                                             







 

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