Il 24 settembre la Corte costituzionale, salvo clamorosi revirement rispetto all’ordinanza n. 207/18, introdurrà l’eutanasia per sentenza (chiamatela pure suicidio medicalmente assistito, se serve per ovattare la coscienza…), annullando in tutto o in parte (importa nulla) l’art. 580 del codice penale (delitto di aiuto al suicidio).

Per la prima volta, su un tema tanto determinante, la disciplina sulla vita e sulla morte sarà scritta da un Giudice. E il Parlamento verrebbe esautorato, avvilito.

Le due forze di maggioranza avevano deciso – lo ha riferito Giancarlo Giorgetti lo scorso 11 luglio al seminario delle associazioni – per una legislatura di decantazione sui temi etici: nulla doveva aggiungersi o togliersi rispetto alla legislazione attuale.

Non bastasse, nel contratto di governo Lega e 5 Stelle si sono impegnati, nei temi non espressamente “inclusi in questo accordo”, “a non mettere in minoranza l’altra parte in questioni che per essa sono di fondamentale importanza” (par. 1). Per la Lega evitare l’eutanasia risulta essere un tema di fondamentale importanza. Se ci sbagliamo, ne prenderemo atto.

Vi é di più ancora: nel contratto di governo Lega e 5 Stelle hanno anche giurato di voler “incrementare il processo decisionale in Parlamento” (par. 1)!

Chi sta cercando di impedire al Parlamento di legiferare, vuole la sentenza della Corte pro eutanasia e vuole radicalmente stravolgere la legislazione sui temi etici. E chi vuole che sia un Giudice a decidere sulla “morte” e sul ruolo del Servizio Sanitario Nazionale vuole pure la “morte”, anche formale, del Parlamento!

Nelle commissioni II e XII della Camera i 5 Stelle stanno impedendo che si arrivi a un testo base e cioè vogliono impedire di arrivare al voto dell’Aula. Addirittura, non si raggiunge l’accordo nemmeno sui soli artt. 1 e 2 della pdl Pagano, che rafforzano le cure palliative (art. 2) e propongono (art. 1) un aggiornamento dell’art. 580 del Codice penale, senza prendere posizione sui temi eutanasici, ma solo per arrestare lo scippo della decisione da parte della Consulta che, di fronte a una modifica della norma, dovrebbe fermare il proprio procedimento.

Dunque, i 5 Stelle vogliono l’eutanasia per sentenza e vogliono la contemporanea umiliazione del Parlamento, consentendo che ci sia una decisione non prevista dall’accordo su un tema (in teoria) fondamentale per la Lega.

Il contratto di governo é rotto.

La Lega ne tragga le conseguenze o rinunci alla sua più profonda identità.

Domenico Menorello

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