Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro studi Livatino, è intervenuto a commento della sentenza delle Sezioni unite della Cassazione depositata ieri che ha ribadito il divieto della maternità surrogata, contenuto nella legge italiana sulla fecondazione artificiale, divieto “ritenuto coerente con l’ordine pubblico interno e con la dignità della gestante”. “Ci sarebbe – ha osservato – anche la dignità della donna sottoposta a elettrostimolazione ovarica all’inizio della procedura, ma sarà per la prossima volta …”. Per questo, “Il Comune non può trascrivere nei registri dello stato civile come figlio dei <genitori intenzionali> chi è nato seguendo questa pratica, e fin qui tutto bene”.
Mantovano, però, offre alla riflessione un particolare della pronuncia stranamente dimenticato nella più parte dei commenti che si susseguono sull’arresto delle Sezioni Unite: “Quel che però esce dalla porta dell’ufficio anagrafe viene fatto rientrare dalla finestra del Tribunale per i minorenni: ai <committenti> è suggerita la via dell’adozione, meglio di quella stepchild adoption che con questa sentenza completa il cammino dal riconoscimento in primo grado alla consacrazione del consesso più elevato di legittimità. Per altra via, l’utero in affitto trova comunque legittimazione: a differenza delle adozioni ordinarie bisognerà fare un viaggio all’estero e pagare il costo di quella procedura che in Italia resta vietata: è un’adozione per portafogli più capienti.
Se c’è una materia sulla quale è urgente l’intervento del Parlamento – conclude il magistrato – è esattamente questo: l’inerzia significa acquiescenza all’ennesimo aggiramento giurisprudenziale di un presidio di civiltà”.
A meno che al Parlamento, a giudicare dalle reazioni dopo l’ordine della Consulta dell’ottobre 2018 sull’eutanasia, non dispiaccia affatto di essere aggirato …