Nelle invettive a ridosso della “multa” inflitta a Simone Pillon dal giudice di Perugia dispiace molto constatare come, ancora una volta, tanti esponenti LGBT non si difendano tanto dalle presunte offese (sulle quali lasciamo fare alla magistratura il suo corso nei tre gradi di giudizio), ma per lo più reagiscano stizziti per le critiche in quanto tali, rivolte dal senatore leghista all’epoca dei fatti verso alcune modalità di una iniziativa “antiomofoba” condotta, al tempo, nelle scuole umbre.

C’è poco da fare. Siamo da mo’ di fronte a una dilagante pretesa, che vorrebbe sottrarre tout court questi argomenti dalla discussione pubblica. Perplessità e domande sul perimetro della c.d. “omofobia” non accendono quasi mai un dibattito ma una sorta di contro-linciaggio mediatico verso chi le propone, che spinge sempre più facilmente lo scontro nel campo penale.

Diventa perciò essenziale rispondere alle questioni di fondo poste nel comunicato del centro studi Livatino:

  1. Come garantiamo a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero in Italia, peraltro appena condannata sul caso Sallusti dalla Corte EDU (sent. 7/03/2019, ric. 22350/13) per violazione dell’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che tutela, appunto, quella libertà di espressione che sembra interessare alle LGBT solo quando rivendicano la propria sfera d’azione?
  2. Vista la condanna a 30.000 euro solo come anticipo per delle opinioni espresse da Pillon, come si rispetta il principio di proporzione evocato dalla CEDU?
  3. La stessa rapidità con cui si è concluso il processo a Pillon viene garantita anche per la persecuzione di reati obiettivamente più gravi, dai furti alle rapine?

Finché non saranno prese sul serio queste domande, rimarremo nel bel mezzo di una nuova intolleranza, l’intolleranza dei politicamente corretti verso chi non rinuncia ad esprimere giudizi o anche solo domande non omologate. Che si sta trasformando in una nuova stagione di processi (di tutti i tipi) alle intenzioni, per mettere potenzialmente nel mirino tutto ciò che appaia non allineato alla mentalità dominante. Quindi, un consiglio allo stesso Pillon: cominci a preoccuparsi  anche per il suo inseparabile papillon, così retrò e fuori moda, le cui ambigue forme potrebbero a buon diritto finire anch’esse in qualche nuova denuncia dei novelli cacciatori di streghe …

D.M.

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